L’Alchimia – le conoscenze di base – di Asya

Le materie prime dell'alchimista
Origini dell’Alchimia

 

Il termine “alchimia” possiede origini antiche e affonda le sue radici in diverse culture; si ritiene che derivi dall’arabo يملكا “al-kīmiyā” (ا ء), un termine che a sua volta trae origine dal greco “khēmía” (χημία) o “khēmeía” (χημεία), che potrebbe riferirsi alla “fusione” o al “mescolamento” delle sostanze, un concetto essenziale nella pratica alchemica.

Esiste anche una teoria secondo cui “khēmía” sia legata al termine “Khem”, ossia l’antico nome dell’Egitto, “Terra Nera”, in riferimento al fertile limo lasciato dal Nilo.

L’alchimista non è solo un ricercatore della verità, ma un ponte tra due mondi: il cosmo e l’essere umano, la materia grezza e il suo stato più puro; non è un semplice scienziato, ma un artefice del possibile, colui che plasma la realtà stessa, e a grandi conoscenze e potere, si agganciano ancor più grandi responsabilità. Ovviamente, vi sono coloro che vedono l’alchimia come un mezzo per ottenere ricchezze o l’immortalità, e poi, chi che ne comprende il vero scopo: la ricerca della perfezione, la creazione suprema, la realizzazione dell’essere nella sua forma più pura.

 

Che cos’è “l’Alchimia”?

Per Alchimia intendiamo un’arte tanto enigmatica quanto affascinante, una disciplina che si erge all’intersezione tra scienza e filosofia; suo scopo non è semplicemente la trasformazione della materia, bensì la comprensione delle leggi che regolano l’esistenza stessa.

Provate ad osservare il mondo che vi circonda: ogni forma, ogni sostanza, ogni energia segue un ordine ben preciso, e l’Alchimia si propone di decifrare tale ordine per poterlo replicare, o persino alterare. Essa si basa su alcuni principi fondamentali, i quali sono:

 

Primo principio — Trasmutazione

«Ogni materia è soggetta al cambiamento»

Si potrebbe dire che questo concetto incarnai l’essenza dell’alchimia: il cambiamento della materia e la ricerca dell’equilibrio tra le forze che governano l’universo.

Ogni sostanza possiede una sua essenza, una struttura che la definisce e una volta compresa tale essenza e si trova il metodo giusto per alterarla, allora è possibile trasformarla in qualcos’altro.

Contrariamente da quello che si potrebbe pensare, la trasmutazione non è solo un atto materiale, ma rappresenta anche un cammino interiore, la ricerca della conoscenza superiore, la capacità di trascendere i limiti imposti dalla natura.

Per ottenere una trasformazione efficace, l’alchimista deve comprendere e padroneggiare tre concetti fondamentali:

Materia Primordiale – Ogni oggetto è composto da elementi base, e conoscere la loro struttura significa poterli scomporre e ricomporre a piacimento.

Catalizzatore – Un agente che accelera o rende possibile la trasformazione senza alterarsi nel processo; alcuni ritengono che la leggendaria Pietra Filosofale sia il catalizzatore supremo.

Equilibrio – Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma; ogni trasmutazione deve rispettare le leggi della natura, poiché alterare l’ordine naturale porta a conseguenze impreviste.

 

Secondo principio — la correlazione tra Macrocosmo e Microcosmo “come in alto, così in basso”

«Ciò che accade nelle profondità della terra si riflette nelle vastità del cielo»

 

Comprendere la relazione tra gli elementi significa avvicinarsi alla verità universale e afferma che l’universo è strutturato secondo leggi che si ripetono a tutte le scale dell’esistenza. Ciò che accade su un livello, che sia il cosmo infinito o la più piccola particella di materia, trova un riflesso negli altri livelli.

Questa correlazione si manifesta in molteplici modi:

Gli elementi e il corpo umano — l’universo è formato da Fuoco, Aria, Acqua e Terra, e così anche il corpo umano. Il sangue, ovvero l’acqua, il respiro, equivalente all’aria, il calore vitale, che simboleggia il fuoco, e la carne e le ossa, ovvero la terra.

Se gli elementi sono in equilibrio, l’organismo prospera; se uno prevale sugli altri, ne derivano malattie e complicanze.

I metalli e il percorso spirituale — il piombo simboleggia l’imperfezione e l’inizio del viaggio alchemico, loro rappresenta la perfezione, il traguardo della grande opera alchemica.

Così come un metallo può essere raffinato fino a raggiungere il suo stato più puro, anche l’anima umana può essere elevata attraverso la conoscenza e la saggezza.

Le costellazioni e le trasformazioni alchemiche — gli antichi alchimisti osservavano il cielo, convinti che i movimenti delle stelle influenzassero le reazioni sulla terra, in quanto per alcuni di loro ogni pianeta governa specifici metalli.

Una volta compreso il legame tra il grande, ovvero il cosmo, e il piccolo, l’essere umano, la materia e la mente, allora si ottiene il potere di trasformare entrambi.

 

Terzo principio — la Creazione e la Sintesi

«L’alchimista non è solo un osservatore, ma un artefice»

Questo principio si potrebbe vedere come il più ambizioso, non limitandosi a comprendere o alterare la materia esistente, ma spingendosi generazione di qualcosa di nuovo, puro e superiore; ci spinge a dare vita a qualcosa di unico, tramite ciò che si è appreso con gli altri principi, unendo e armonizzando gli elementi per creare l’essenza perfetta.

Ogni alchimista che segue questa via deve comprendere tre aspetti fondamentali:

La Materia Grezza – la base di ogni creazione. Ogni sostanza ha il potenziale per diventare qualcosa di più, ma prima deve essere purificata e preparata;

L’Agente della Sintesi – Una forza, spesso chiamata “catalizzatore”, che permette la fusione di elementi diversi senza distruggerne l’essenza;

L’Intenzione dell’Alchimista – la creazione non è un atto meccanico, in quanto l’energia, la conoscenza e la volontà dell’alchimista influenzano profondamente il risultato finale.

 

Nella tradizione alchemica, il terzo principio si manifesta in diversi modi:

 

La creazione dell’Oro – il tentativo di sintetizzare la materia perfetta a partire da sostanze impure;

La sintesi dell’Elisir di Lunga Vita – l’unione di elementi in una forma superiore capace di trascendere le limitazioni della vita mortale;

La Vita Artificiale – il concetto più affascinante e pericoloso: la creazione di un essere vivente attraverso processi alchemici.

 

Note finali — la comprensione senza la saggezza porta all’arroganza, e l’arroganza può condurre alla rovina, il modo migliore per praticare e studiare alchimia è avere il cuore saldo e la mente è affilata come una lama ben temperata, una volta appurato di essere in questo stato, si sarà in grado di proseguire il sentiero della conoscenza

Fonti — ho cercato di intrecciare concetti provenienti da diverse tradizioni e studi

  • Tabula Smeragdina
  • Geber (Jābir ibn Hayyān) – Summa Perfectionis”
  • Carl Gustav Jung – Psicologia e Alchimia
  • Fulcanelli – Il Mistero delle Cattedrali

Asya

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